Posted on mercoledì 22 ottobre 2008
Le contraddizioni dell’Abruzzo. E’ una regione mediamente più povera, come redditi delle famiglie, rispetto alla media nazionale, ma è lievemente superiore alla media come patrimonio pro-capite disponibile. In termini economici, questo significa che la Regione ha vissuto un lungo peridodo di accumulazione della ricchezza (diciamo dal 1950 al 1975) al quale poi è seguito un periodo di declino del reddito disponibile che si è accentuato a partire dagli anni 90. Quindi, il convento è ricco ma i frati sono poveri…
Ma torniamo ai dati: l’Abruzzo dispone di 13,1 miliardi di euro di capitali che equivalgono all’1,7% della ricchezza nazionale. Leggermente al di sopra della media riferita alla popolazione (1,2%). La citta’ piu’ ricca in termini patrimoniali e’ Chieti con 4 miliardi, seguita in ordine da Pescara (3,3 mld), Teramo (3 mld) e L’Aquila (2,8 mld). I dati sono stati presentati oggi a Milano, nel corso della quarta edizione del Forum Internazionale del Private Banking promosso da Aipb, l’Associazione Italiana Private Banking. I risultati mettono inoltre in evidenza una rinnovata esigenza di tutela del patrimonio e di "semplicita’" degli strumenti in cui investire. Dopo la crisi finanziaria, sarà in effetti difficile convincere le famiglie ad investire in azioni e derivati.
Aumenta la quota di "prodotti sicuri" nei portafogli private: 49% titoli obbligazionari (37% nel 2007); 8% quote di fondi comuni (19% nel 2007); 8% azioni quotate (11% nel 2007); 14% gestioni patrimoniali (17% nel 2007); 6% prodotti assicurativi (5% nel 2007); 16% depositi (10% nel 2007).
La Lombardia, con il 24,6% della ricchezza, si conferma anche nel 2008 la regione più ricca d’Italia.