Posted on lunedì 22 agosto 2011
Non è ICI, ma di fatto torna la tassa sulla prima casa. La manovra correttiva ha cancellato l’area di non tassazione sulla prima abitazione. La rendita catastale concorrerà a formare il reddito imponibile Irpef. Ciò obbligherà i proprietari a pagare le tasse sul 20% del valore catastale dell’immobile. Una tassa che colpisce tutti i proprietari di prima casa, ricchi o poveri che siano. Sono a rischio pure le agevolazioni previste per chi abita in affitto. Le novità sono contenute nella “clausola di salvaguardia” contenuta nella manovra correttiva: dal 2013 si tornerà a pagare un’imposta che varierà in funzione della rendita catastale. La riduzione della deduzione per l’abitazione principale sarà del 5% nel 2013 e del 20% dal 2014: a regime la tassazione dell’unità abitativa sarà su una base imponibile pari al 20% della rendita catastale. Un giro di vite che colpirà 24 milioni e 200 mila italiani. La stangata sarà diversa a seconda dell’ubicazione dell’immobile. Non solo ritornerà l’imponibile Irpef, ma andrà ad incidere in maniera differente sui cittadini a seconda della collocazione territoriale dell’immobile. Una tassa ingiusta perché pesante soprattutto per le famiglie più povere perché dovranno pagare di più (oltre all’eventuale mutuo) senza avere in cambio alcuna agevolazione. Alla faccia della progressività del fisco, prevista dalla Costituzione.