Posted on lunedì 13 ottobre 2008
Domani sapremo chi sarà il candidato della PDL alla carica di governatore dell’Abruzzo. Il centrosinistra, invece, è in altissimo mare, tra flutti e tempeste. C’e’ molta attesa nel centrodestra per la scelta del nome del candidato presidente alla Regione Abruzzo. L’originaria rosa di cinque pretendenti in casa Pdl (Gianni Chiodi, Filippo Piccone, Maurizio Scelli, Giuseppe Tagliente e Fabrizio Di Stefano), pare si sia assottigliata a tre soli nomi: il senatore Fabrizio Di Stefano, l’ex sindaco di Teramo, Gianni Chiodi, e l’ex sindaco di Celano, Filippo Piccone.
Sara’, comunque, direttamente il premier Silvio Berlusconi a dare l’imprimatur, dopo la rottura delle trattative con l’Udc di Casini. Il leader azzurro, stizzito per le continue critiche di Casini all’operato del Governo, avrebbe definitivamente escluso alleanze con l’Udc in Abruzzo. Su queste candidature si sono confrontati la settimana scorsa Berlusconi, Cicchitto, Letta, Quagliariello e Verdini. Il premier avrebbe assicurato di sciogliere le riserve entro domani, quando saranno resi noti candidato governatore ed alleanze. Certe tre liste "minori" di appoggio al listone della PDL: MPA di Giorgio De Matteis, la Lega Nord (Alleanza Federalista) e la DC di Pizza.
Sul fronte opposto, il Partito democratico, in attesa che le primarie del prossimo 19 ottobre diano indicazioni sul candidato presidente, sta facendo di tutto per riconquistare l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Ma l’impresa sembra difficile. L’ex pm, presentando Carlo Costantini, e ponendo la clausola delle ”liste pulite”, ha tutta l’intenzione di andare avanti per proprio conto, consapevole di potersi rafforzare politicamente sia sul fronte regionale dell’Abruzzo che su quello nazionale. Per il centrosinistra i nomi piu’ gettonati sono quelli di Enrico Paolini, attuale presidente vicario della Regione, e di Ferdinando Di Orio, rettore dell’Universita’ dell’Aquila in forza a Rifondazione comunista. Nel limbo il partito di Casini. Il Pd sta cercando di portarlo dalla propria parte, ma Berlusconi e’ sicuro di vincere e pure convinto che, per formazione e tradizione, gli elettori centristi non daranno mai il proprio voto alla sinistra.