Posted on sabato 4 ottobre 2008
La delibera di Giunta comunale (la numero 383 del 19 settembre scorso) pubblicata all’albo pretorio il 25 settembre riguardante la proroga del contratto al direttore generale del Comune Massimiliano Cordeschi, è nulla. «Un brutto scivolone – ha detto Enrico Perilli, capogruppo di Rifondazione al Consiglio comunale – visto che ora si deve ripetere l’iter. Un provvedimento nato male, considerando che sia Rifondazione sia Italia dei Valori sono stati sempre contrari a questa nomina del direttore generale». La delibera è nulla perché è stata votata soltanto da cinque componenti della Giunta (il sindaco Cialente e gli assessori Riga, Giangiuliani, Ximenes e Lisi) visto che erano assenti Pezzopane, Lattanzi, Tarquini, Celi, Moroni e Di Cocco (i primi tre per una scelta ben precisa) alla presenza del segretario generale Giorgio Lovili.
La deliberazione prevedeva la proroga dell’incarico di Cordeschi fino al 31 dicembre 2009 con un compenso di 5 mila euro lordi mensili. Ma più che altro la delibera serviva a sanare il provvedimento dell’11 dicembre 2007 con il quale il sindaco aveva disposto il rinnovo senza un atto deliberativo della Giunta comunale «anche a titolo di possibile autotutela da parte dell’amministrazione». Italia dei Valori e Rifondazione da sempre hanno contrastato la nomina del direttore generale «visto – scrissero nel luglio dello scorso anno – che non è una figura indispensabile peraltro costosa e visto che le sue mansioni possono essere svolte dagli assessori competenti». La delibera quindi non ha nessun valore. «Abbiamo informato il sindaco – continua Perilli – che ora cercherà di mettere riparo».
Infine sempre Perilli e Angelo Mancini hanno chiesto «scelte chiare in merito alla gestione delle risorse umane e finanziarie del settore socio educativo. È quanto chiediamo in una mozione, che abbiamo presentato qualche giorno fa e che verrà discussa a breve dal Consiglio. In particolare desideriamo porre l’attenzione sul problema del personale che lavora negli asili nido comunali, strutture gestite dal Comune e dall’Afm. Questi dipendenti, pur svolgendo le stesse attività e pur avendo le medesime qualifiche, si trovano pertanto a essere contrattualizzati da tre soggetti giuridici diversi, vale a dire l’ente comunale, l’azienda farmaceutica e alcune cooperative private, con evidenti disparità in termini di garanzie e di retribuzione».
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