Posted on domenica 11 gennaio 2009
Sarà un caso ma, dopo l’altolà dell’arcivescovo, Cialente ha fatto indietro tutta. Sia Cialente che l’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, erano assenti alla consacrazione della Chiesa della Santa Croce da parte della Chiesa Ortodossa. Almeno Molinari ha espresso palesemente il proprio disaccordo: la Chiesa Cattolica, ha detto l’alto prelato, intrattiene rapporti ufficiali solamente con la comunita’ greco-ortodossa dipendente dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e con la comunita’ romeno-ortodossa dipendente dal Patriarcato Ortodosso di Romania. Invece Cialente, dopo aver presentato l’evento in pompa magna, si è dato alla fuga e non ha inviato neanche il vicesindaco Riga (forse occupato a giocare con le costruzioni Lego, ovvero con in Piano Strategico 2020). Il motivo ufficiale dell’assenza di Cialente è ridicolo: impegni politici non specificati….
Eppure qualche giorno orsono, il sindaco aveva presentato lo sbarco degli ortodossi ravennati all’Aquila come un evento storico. "Una sede all’Aquila della Chiesa ortodossa, è fondamentale per la nostra città" – aveva solennemente detto il sindaco Cialente alla stampa – che punta a rafforzare il capoluogo, Città della pace e di Celestino V, come centro spirituale di riferimento, che esporrà a breve, dopo un passaggio in Giunta, la quarta bandiera, della pace, all’ingresso di Palazzo Margherita. "Un altro tassello per costruire una città diversa – aveva aggiunto il sindaco ispirato – con valori spirituali condivisi, al di là dell’appartenenza religiosa, e punto di riferimento anche per i numerosi studenti stranieri che la città ospita".
Ma evidentemente l’arcivescovo non ha gradito. E quindi indietro tutta: oggi il sindaco ha impegni politici. Impegni certamente veri, come la malattia di D’Alfonso.