Posted on martedì 1 marzo 2011
Solito mare di chiacchiere sulle liberalizzazioni, questa volta dall’Antitrust. Considerata la fase di stagnazione che il paese sta attraversando, dice Catricalà, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato “Sono nove mesi che attendiamo la legge annuale sulla concorrenza ma non demordiamo: buona parte dell’impegno della nostra Authority resta finalizzato a fornire le indicazioni per una frustata liberalizzatrice all’economia del paese”. “Al primo Consiglio dei ministri di questo febbraio – dice Catricalà – un disegno di legge finalmente era stato posto all’ordine del giorno, ma poi non se ne è fatto nulla”. Dal governo fanno sapere di voler accorpare il ddl concorrenza a un altro progetto legislativo sulla semplificazione: “Non sono contrario a questa ipotesi – spiega Catricalà – purché si arrivi a una discussione in Parlamento”. Ancora la settimana scorsa il Garante ha presentato alcuni dati alla Camera che dimostrano come “nei mercati europei nei quali c’è una concorrenza regolamentata, si assiste a una diminuzione dei prezzi”.
Sono cose che sappiamo da decenni, ma nel Paese delle corporazioni (dai notai ai camionisti) è impossibile liberalizzare. Esempi di una salutare “guerra dei prezzi” ci sono pure in Italia, dice Ctaricalà: “Basta vedere quanto avvenuto nel settore della telefonia. E’ sotto gli occhi di tutti quanto i consumatori ne abbiano beneficiato”. In verità le tariffe prima erano scandalose, ora sono elevatissime, ma un miglioramento c’è stato. Noi paghiamo tutto di più: dalla benzina ai servizi. Gli oneri dei fattori produttivi in Italia sono infatti più alti della media Ue: 28 per cento in più per l’energia elettrica, 6 per cento in più per i fidi, 100 per cento in più per la responsabilità civile automobilistica. Il sistema distributivo dei carburanti potrebbe migliorare con il self service in nuove strutture commerciali e con la possibilità di avviare attività non oil nei punti vendita. Tanto da fare nelle banche e nei trasporti. Più concorrenza nelle ferrovie, nelle banche e nelle assicurazioni; eliminazione delle clausole vessatorie dai contratti di massa. Ecc. ecc. ecc.
Sono cose che sappiamo da decenni, ma nel Paese delle corporazioni (dai notai ai camionisti) è impossibile liberalizzare. Esempi di una salutare “guerra dei prezzi” ci sono pure in Italia, dice Ctaricalà: “Basta vedere quanto avvenuto nel settore della telefonia. E’ sotto gli occhi di tutti quanto i consumatori ne abbiano beneficiato”. In verità le tariffe prima erano scandalose, ora sono elevatissime, ma un miglioramento c’è stato. Noi paghiamo tutto di più: dalla benzina ai servizi. Gli oneri dei fattori produttivi in Italia sono infatti più alti della media Ue: 28 per cento in più per l’energia elettrica, 6 per cento in più per i fidi, 100 per cento in più per la responsabilità civile automobilistica. Il sistema distributivo dei carburanti potrebbe migliorare con il self service in nuove strutture commerciali e con la possibilità di avviare attività non oil nei punti vendita. Tanto da fare nelle banche e nei trasporti. Più concorrenza nelle ferrovie, nelle banche e nelle assicurazioni; eliminazione delle clausole vessatorie dai contratti di massa. Ecc. ecc. ecc.