Posted on mercoledì 31 agosto 2011
Tra Progetto CASE, casette, fuga dalla città diruta e disarticolazione delle relazioni sociali sta accadendo quello che era stato ampiamente previsto: gli aquilani non “frequentano” più il centro storico, o meglio quel che ne resta. Troppi 29 mesi senza fare quasi nulla per riaprire le pricnicpali arterie della città storica. Eppure dopo il terremoto del 1703, il capace Commissario di allora, ritenne come primo fondamentale passo lo sgombro delle macerie e la riapertura dei principali assi viari. Il secondo fondamentale passo fu l’istituzione della zona franca a fiscalità zero per ben 10 anni. La possente macchina della ricostruzione aquilana, invece, non ha saputo fare né la prima né la seconda cosa. E la città si dissolve, evapora, è altrove. Lo dicono pure i commercianti: durante la Perdonanza gli aquilani non si sono visti a fare shopping, paradossalmente gli aquilani non frequentano più la loro città. Anche la crisi incide, ovviamente, ma sono mancati proprio gli aquilani. Non sono solo gli esercenti a lamentarsi ma anche gli ambulanti, da più di due anni senza un posto dove collocarsi. L’Aquila si sta disgregando, politici inetti e burocrazia asfissiante stanno finendo il lavoro iniziato dal terremoto.