Posted on domenica 20 settembre 2020
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Così disse Gesù a quanti volevano metterlo alla prova chiedendogli se bisognava pagare o no il tributo all’imperatore. La malizia dei sacerdoti stava nel fatto che costoro speravano di coglierlo in fallo, cercando di vedere se Egli avrebbe detto di non pagare il tributo a Cesare; infatti in tal caso lo avrebbero accusato di portare un messaggio contrario alle autorità umane, per poi tacciarlo di ribellione. Ma la risposta del Signore li spiazzò: “Di chi è l’immagine e il nome che si trova sulla moneta”? Ed i religiosi dissero: “Di Cesare”. A quel punto Gesù disse: “Date, dunque, a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Con tale risposta il Messia smascherò la doppiezza dei sacerdoti ipocriti, che pensavano che il loro argomento avrebbe costretto Gesù a seguire la logica del cercare di piegare le cose di Dio ai voleri degli uomini. Ma Gesù distinse ciò che è umano da ciò che è divino e così evitò di cadere nel tranello dei religiosi asserviti alla politica.