È stata la terza notte di scosse continue avvertite nei comuni colpiti dal terremoto in Emilia. A Finale sono circa 4mila le persone che hanno dormito fuori casa perchè hanno le abitazioni sventrate o per paura che non siano agibili. Duemila di loro sono state accolte nei 4 campi allestiti in città dalla protezione civile. Intanto Mario Monti è giunto a Sant’Agostino, uno dei Comuni in provincia di Ferrara più colpiti dal terremoto di domenica, ed è stato accolto da una contestazione “anti tasse”. Il premier non si è scomposto per nulla ed ha osservato, «dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto. Soprattutto ho voluto portare il senso di vicinanza del governo, con tutte le sue strutture, a queste famiglie e queste popolazioni, così colpite negli affetti e anche nella loro attività quotidiana». Il governo «valuterà tutte le richieste fatte» dagli enti locali, coinvolti nel sisma emiliano, come «il rinvio dei pagamenti, di tributi e dei contributi e la derogabilità al patto di stabilità». Una storia che noi aquilani, ahimé, abbiamo già vista. Il sottosegretario Catricalà ha spiegato che, dalla riunione del Consiglio dei ministri, uscirà la dichiarazione di «stato emergenziale» e che il governo approverà la «copertura finanziaria per il soccorso e la prima assistenza ai soggetti interessati, ovvero ai cittadini e alle imprese». «Nell’ordinanza ci sarà anche la messa in sicurezza provvisionale», ha detto, ma non ci saranno provvedimenti che riguardano la sistemazione dei luoghi, dei palazzi e delle opere, anche se questo non significa che poi il governo intende estraniarsi. I soldi non ci sono, né per l’Emilia né per L’Aquila?