Posted on martedì 3 gennaio 2012
Il centro-destra, all’Aquila, continua a farsi male da solo. Un aiuto inaspettato a Cialente che, indebolito sul fronte interno, può sperare di essere rieletto sindaco dell’Aquila proprio grazie alle divisioni ed alle meschinerie tattiche delle varie fazioni dello scombinato fronte opposto. Oggi l’esternazione è dell’assessore regionale Gianfranco Giuliante, che si rende disponibile alla candidatura alle primarie. Dato che le primarie non possono tenersi per assoluta mancanza di tempo, la candidatura del presidente locale del Pdl suona più come un bastone tra le ruote di Giorgio Matteis che non come una reale volontà di scendere in campo. «Se le primarie saranno il metodo per la scelta del candidato sindaco anche all’Aquila mi rimetterei al giudizio che i cittadini esprimeranno – dice Giuliante -. Qualora, vice versa, per qualsivoglia motivo, il metodo delle primarie venisse bloccato e si tentasse una operazione di scelta proveniente dall’esterno, dico adesso per allora, che mi candiderei». Giuliante interviene pure sul presunto feeling con il sindaco Massimo Cialente, Giuliante sottolinea di non aver avuto conviviali con il primo cittadino: «L’ultima volta che ho visto Cialente a pranzo – aggiunge scherzando – è stato in occasione del matrimonio di Salvatore Santangelo e non in altre occasioni».
A questo punto tocca a De Matteis, se davvero vuole candidarsi, mettere in atto una contromossa definitiva: ovvero rompere gli indugi e metterci la faccia con il sostegno dell’MPA per il PDL e di altre 3 o 4 liste civiche. Una contro mossa che costringerebbe il PDL a correre dietro a De Matteis ma che andrebbe pure a creare non poche tensioni nel confuso panorama del centro destra locale. La candidatura di De Matteis porterebbe forse Giuliante a più miti consigli, e quindi alla ricerca di un accordo, dato che non sarebbe proponibile uno scenario di duello aperto tra i due che, inevitabilmente, non solo aiuterebbe Cialente ma affosserebbe le carriere politiche di entrambi.
Mentre il centro destra gioca al “war game”, il tempo passa. Tempo prezioso se ne va, tempo che sarebbe stato utilissimo per organizzare una difficile competizione elettorale in tutti i suoi aspetti (programma, alleanze, liste, strategie secondoturniste).
Lorsignori non hanno capito che il tempo della tattica è finito. Se non si vuole regalare la città a Cialente, una prospettiva semplicemente tragica, occorre fare in fretta, perché è già tardi.