I primi dati del mattino confermano che la partecipazione continua ad essere alta. Tanto alta che è possibile già immaginare il superamento del quorum. Il quorum è molto vicino, contro ogni previsione della vigilia. Resta l’incognita del voto degli italiani all’estero: hanno votato con una scheda diversa, e quindi sull’esito del voto pesa l’incognita di un annullamento, non essendo infatti percorribile la strada del non computare il voto estero (si negherebbe a cittadini italiani il diritto costituzionale al voto).
Ma la di là dei tecnicismi giuridici, che poi sono sostanza, il referendum si presta già a molte considerazioni politiche. La partecipazione è alta al Nord, il che significa che le aree vicine al Pdl e in particolare alla Lega non hanno disertato le urne. Le aree vicine al centrosinistra, come Emilia e Toscana, hanno invece risposto, ma meno di come ci si attendeva. Il Sud ha votato poco come tradizione.
Il dato politico è: moltissimi elettori di centrodestra sono andati al seggio. Il tema del nucleare, soprattutto, è molto molto sentito. Il voto dell’elettore di centro-destra, difforme dalle indicazioni dei vertici dei partiti, avrà certamente ricadute politiche e sono già evidenti i nevosismi della Lega che inizia già a parlare (a urne ancora aperte) di elezioni anticipate.
Esiste un grande fermento nell’elettorato che chiede una svolta ai leader del PDL e Lega. I quali continuano a fare finta quasi di niente, prova ne sia la drammatica sottovalutazione dell’esito del voto delle amministrative, anche nei livelli locali. Dagli elettori di centrodestra viene un forte desiderio di cambiamento, si potrebbe dire. Una voglia di scuotere la palude ferma della politica. Una voglia di qualità della politica, di riforme e di meritocrazia smarrita.
Vedremo stasera….