Posted on lunedì 6 giugno 2011
Ventisei mesi dopo, le macerie sono ancora là. Il presidente Chiodi disse che per ricostruire L’Aquila occorrono 10 anni, ma non specificò da quando i 10 anni si devono contare. Dato che sono passati 26 mesi, e le macerie sono là, ed il centro è un pianto, e le case E aspettano, e l’estate sta già passando, allora dobbiamo pensare che i 10 anni partono almeno da adesso. Tra 12 anni ne parleremo… Intanto le macerie soffocano la ricostruzione. Non se ne può più di chiacchire e scaricabarile. L’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri e’ invocato dal Presidente di Ance L’Aquila Gianni Frattale per sbloccare al piu’ presto la grave situazione delle macerie nel cratere sismico. Non si spiegano piu’ per Frattale gli indugi sulla pubblicazione dell’Opcm che deve risolvere una volta per tutte il problema del trasporto e dello smaltimento. L’Ance si e’ spesa ad ogni incontro e ad ogni tavolo per dare il suo utile apporto alla soluzione quanto piu’ celere del problema e nello stesso tempo ha cercato di tamponare l’agitazione delle proprie imprese impossibilitate a lavorare, cosi’ come i trasportatori. La situazione e’ ormai al grottesco, afferma l’Ance in una nota: a febbraio un’Opcm che paralizza qualunque operazione di smaltimento impedendo di procedere ai soggetti che se ne erano occupati fino ad allora, cioe’ le imprese ed i trasportatori dell’albo nazionale. I gia’ pochi cantieri operativi, intasati di macerie, si bloccano. Si tenta di riparare al danno, dopo diverse sollecitazioni ed incontri di sensibilizzazione. Da allora si rincorrono provvedimenti inapplicabili e relativi correttivi. Attendiamo gia’ diversi giorni l’ultimo aggiustamento in un’Opcm che ci era stata data per immediata dal Commissario Chiodi. Da mesi intanto trasportatori, smaltitori e imprese girano i pollici e guardano trascorrere la stagione ideale dei cantieri in una citta’ che in inverno ha temperature polari. “Il nostro spirito pacificatore e costruttivo profuso fin’ora e richiamato piu’ volte dal Commissario Chiodi nei tavoli ufficiali e sulla stampa, rischia di diventare per noi fonte di imbarazzo oltre che danno alla citta’ da ricostruire e alle imprese che rappresentiamo” spiega il Presidente degli edili, il quale ci tiene a far osservare al Governo l’evidenza che essere pazienti a questo punto non puo’ portare benefici. “Per favorire l’avvio della ricostruzione pesante” conclude “abbiamo il dovere di cambiare metodo. Ci aspettiamo che il Sottosegretario Letta, per il suo ruolo di raccordo istituzionale, il Commissario Chiodi ed il vice Cicchetti intercedano con vigore affinche’ l’indispensabile ordinanza del Consiglio dei Ministri veda la luce entro poche ore e che gli stessi rappresentino validamente presso il Governo le ragioni del territorio che sono chiamati a sovrintendere con pieni e straordinari poteri”.