«A venticinque mesi dal sisma la ricostruzione dell’Aquila è ancora in alto mare, gli abitanti sono sempre più rassegnati e la maggior parte dei commercianti e degli artigiani aquilani non sono riusciti a ripartire perché non sono state adottate politiche adeguate alle loro esigenze». E’ il commento realistico di Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo, che sottolinea come «dal 6 aprile del 2009 si naviga a vista: non c’è ancora una strategia mirata e condivisa per la rinascita dell’economia della città capoluogo e per il rilancio dell’intero territorio abruzzese». «L’evento calamitoso – prosegue Taffo – avrebbe dovuto rappresentare l’occasione di sviluppo e di rilancio delle nostre realtà, mentre si assiste ad una caduta libera dell’economia, ad una perenne attesa della zona franca urbana, allo spauracchio, con cadenza ormai semestrale, della ripresa degli adempimenti fiscali e alla frustrazione da parte dei terremotati aquilani di non avere lo stesso trattamento fiscale di Umbria e Marche con evidente violazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione che vorrebbe tutti gli italiani uguali di fronte alla legge». Non ha dubbi, Angelo Taffo, sul fatto che: «Le imprese artigiane aquilane stanno patendo la sfrenata concorrenza delle imprese provenienti da altre regioni ed i rappresentanti politici, ad ogni livello, hanno il dovere istituzionale e morale di favorire la competitività delle imprese del capoluogo e, conseguentemente, dell’intero indotto locale”. Per il presidente dell’associazione degli artigiani «non si tratta di protezionismo o di assistenzialismo, ma di tutela delle nostre imprese e di migliaia di famiglie di artigiani e commercianti senza reddito da luglio del 2009, molte di esse gravate da mutui e da prestiti». A tal proposito chiede «uno scatto d’orgoglio all’intera classe dirigente abruzzese» ed alla politica chiede di «tenere presente due priorità: la risoluzione dei problemi economici, in particolare della città dell’Aquila ferita dal terremoto, ponendo come priorità dell’agenda politica la rinascita commerciale della città e il taglio della burocrazia.