Posted on venerdì 29 aprile 2011
«Cialente come Nerone. Canta e suona parole mentre la città muore e la sua politica insieme alla sua maggioranza brucia come la Roma di duemila anni fa». Questo il commento di Luigi D’Eramo, capogruppo La Destra, sulla nuova crisi al Comune. «La pace Cialentiana è finita miseramente come miseramente è iniziata. Il tempo delle vacanze pasquali e la guerra tra partiti e gruppi di potere all’interno del comune dell’Aquila è ripresa senza esclusioni di colpi. Ormai siamo al tutti contro tutti. Metà Partito Democratico accusa l’altra metà, l’Italia dei Valori critica il sindaco e pensa a scenari futuri fuori dal centro sinistra, l’Api di fatto sfiducia il Sindaco e pone degli ultimatum. La presa per i fondelli delle dimissioni del sindaco, del ritiro delle stesse, di una finta pace ritrovata all’interno della maggioranza hanno pesantemente disgustato il popolo aquilano. Il comune è fuori controllo. Per i prossimi dodici mesi non potremo attuare una vera politica della ricostruzione, di una nuova pianificazione della Città, di strategie finalizzate al miglioramento delle politiche sociali, economiche ed occupazionali del territorio, perché la maggioranza non esiste più e nulla può produrre. Se Cialente avesse confermato le sue dimissioni, oggi la città non avrebbe dovuto assistere a questo meretricio politico. Ancora dodici mesi di questo centro sinistra e – conclude D’Eramo – L’Aquila potrebbe subire danni irrimediabili».