Posted on giovedì 28 aprile 2011
Com’era ovvio, la politica aquilana è assorbita dai problemi del rimpastazzo di Giunta, piuttosto che dalle enormi questioni poste dalla ricostruzione materiale e morale. Il rimpasto all’andazzo di Cialente non decolla. Il rimpastrocchio è una coperta troppo corta: Cialente l’ha tirata verso PRC, ed ha fatto incavolare una parte del PD e l’API di Rutelli, presente in Consiglio comunale con ben 4 consiglieri. L’operazione di conferire deleghe al PRC succhiando il sangue del PD non è stata dunque gradita dal PD, e questo era ovvio, ma ha squilibrato pure la contabilità dell’API. Quattro consiglieri, due assessori, sarà il ragionamento dei rutelliani, cespugli della politica, si dirà, ma dotati di folto pelo sullo stomaco e denti assai aguzzi. Non solo ai piccoli di Rutelli non è calata la nomina di Pelini (PRC) nella Giunta Cialente, per una questione di equilibri numerici cencelliani, ma pure lo spostamento a sinistra della compagine non va bene ad una forza centrista alleata con UDC e FLI.
Ed ecco allora andare in onda la seconda parte della nuova telenovela del rimpastosceno. L’API chiede una "verifica di maggioranza", linguaggio politico "retrò" da anni ’70, ma efficace per far comprendere al sindaco-che-non-c’è che il puzzle appena ricomposto potrebbe perdere i pezzi rutelliani. Cialente non riesce a quadrare, la coperta è troppo corta, appunto, come la tiri scopri i piedi a qualcuno. E comunque vadano le cose il nocchiero Cialente senza naviglio e senza ciurma lascerà uno strascico pesante con questo ennesimo rimpastazzo. Molti consiglieri comunali non sono d’accordo. Lo hanno detto ed il malumore cresce. E le conseguenze si vedranno in Consiglio e nelle commissioni. Dopo il rimpastazzo, le cose andranno peggio di adesso. E’ scritto nel DNA di questa misera manovra gattopardesca.
Per fortuna tra un anno si vota.
Ed ecco allora andare in onda la seconda parte della nuova telenovela del rimpastosceno. L’API chiede una "verifica di maggioranza", linguaggio politico "retrò" da anni ’70, ma efficace per far comprendere al sindaco-che-non-c’è che il puzzle appena ricomposto potrebbe perdere i pezzi rutelliani. Cialente non riesce a quadrare, la coperta è troppo corta, appunto, come la tiri scopri i piedi a qualcuno. E comunque vadano le cose il nocchiero Cialente senza naviglio e senza ciurma lascerà uno strascico pesante con questo ennesimo rimpastazzo. Molti consiglieri comunali non sono d’accordo. Lo hanno detto ed il malumore cresce. E le conseguenze si vedranno in Consiglio e nelle commissioni. Dopo il rimpastazzo, le cose andranno peggio di adesso. E’ scritto nel DNA di questa misera manovra gattopardesca.
Per fortuna tra un anno si vota.