Posted on lunedì 21 marzo 2011
Ambigua politica italiana nei confronti della Libia. Oggi una frenata evidente: se la missione non passa alla Nato, l’Italia non consentirà più l’uso delle basi. «Continueremo ad insistere nelle sedi internazionali affinché cappello dell’operazione passi dalla coalizione alla Nato». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha spiegato al termine del consiglio dei ministri convocato in seduta straordinaria per discutere dell’emergenza libica quale sarà da oggi in avanti la posizione del governo. Una frenata anticipata in mattinata da Bruxelles dal ministro degli Esteri Franco Frattini: «Vogliamo implementare il cessate il fuoco, insieme alla Lega Araba, senza andare oltre la stretta applicazione della risoluzione. Crediamo che è il tempo dell’azione oltre la coalizione dei volenterosi, verso un approccio più coordinato sotto la Nato, perchè ne ha le capacità». Frattini, nella riunione dei ministri Ue, ha posto il problema del coordinamento: «Se non sarà possibile un passaggio dell’azione militare in Libia sotto il controllo e il coordinamento Nato, dovremo riflettere sul modo per assumere il controllo delle nostre basi». Elencando poi «le tre buone ragioni» alla base della proposta: «La Nato ha l’esperienza, la capacità e la struttura tali da poter garantire la condivisione di responsabilità».