Il Sindaco risponde, ma nei fatti non risponde, ai dubbi di Enrico Verini sulla legittimità della delibera ENI (vedi precedenti post). Secondo Verini l’accordo approvato dal Consiglio comunale è già decaduto perché il Consiglio non lo ha ratificato entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Se nessuno lo impugna non succede niente, ma l’atto amministrativo in termini di legge, non c’è più.
Ma per Cialente va tutto bene: "Riteniamo che l’atto deliberativo con il quale il consiglio comunale, nella seduta di lunedì, ha approvato la variazione urbanistica che consentirà la realizzazione del centro ricerca donato dall’Eni all’ateneo aquilano sia valido e non capiamo, tra l’altro, chi mai avrebbe interesse ad impugnarlo". Replica così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente al consigliere comunale Enrico Verini, che aveva avanzato appunto sospetti sulla legittimità della deliberazione. La risposta del Sindaco non entra, evidentemente, nel merito ed in verità sono molti quelli titolari di interessi legittimi che potrebbero impugnare l’atto. L’ENI farà dei laboratori di ricerca sui terreni dell’Università sulla base di un atto pubblico zoppo? Un atto che ratifica fuori tempo massimo un accordo di programma, dunque un atto annullabile, che potrebbe essere impugnato da chiunque di fronte al Tar, vanificando l’impegno dell’ENI? Sarà l’ENI stessa a chiedere chiarezza sulla validità dell’atto. Sarebbe stato meglio riformulare l’accordo per bene, invece di continuare nell’andazzo della cattiva amministrazione. Il Sindaco Cialente sa che il Comune macina male, ma invece di riformare l’Amministrazione attacca i consiglieri che sollevano legittimi dubbi sulla validità della deliberazione adottata. Chi si permette di osservare che l’atto è malfatto, si becca l’accusa di "nemico dell’Università" e "traditore dell’Aquila". L’Amministrazione Cialente è proprio alla frutta.